POETI E...POESIE   

                                

LA POESIA VENNE A CERCARMI

Accadde in quell’età… La poesia
venne a cercarmi. Non so da dove
sia uscita, da inverno o fiume.
Non so come né quando,
no, non erano voci, non erano
parole né silenzio,
ma da una strada mi chiamava,
dai rami della notte,
bruscamente fra gli altri,
fra violente fiamme
o ritornando solo,
era lì senza volto
e mi toccava.

Non sapevo che dire, la mia bocca
non sapeva nominare,
i miei occhi erano ciechi,
e qualcosa batteva nel mio cuore,
febbre o ali perdute,
e mi feci da solo,
decifrando
quella bruciatura,
e scrissi la prima riga incerta,
vaga, senza corpo, pura
sciocchezza,
pura saggezza
di chi non sa nulla,
e vidi all’improvviso
il cielo
sgranato
e aperto,
pianeti,
piantagioni palpitanti,
ombra ferita,
crivellata
da frecce, fuoco e fiori,
la notte travolgente, l’universo.

Ed io, minimo essere,
ebbro del grande vuoto
costellato,
a somiglianza, a immagine
del mistero,
mi sentii parte pura
dell’abisso,
ruotai con le stelle,
il mio cuore si sparpagliò nel vento.

  Pablo Neruda  

 

 

AD ALCUNI PIACE LA POESIA

 

 AD ALCUNI -

CIOE' NON A TUTTI.

E NEPPURE ALLA MAGGIORANZA,

MA ALLA MINORANZA.

SENZA CONTARE LE SCUOLE,

DOV'E' UN OBBLIGO,

E I POETI STESSI,

CE NE SARANNO FORSE DUE SU MILLE.

PIACE-

MA PIACE ANCHE LA PASTA IN BRODO,

PIACCIONO I COMPLIMENTI

E IL COLORE AZZURRO,

PIACE UNA VECCHIA SCIARPA,

PIACE AVERLA VINTA,

PIACE ACCAREZZARE UN CANE.

 

 

LA POESIA-

MA COS'E' MAI LA POESIA?

PIU' D'UNA RISPOSTA INCERTA

E' STATA GIA' DATA IN PROPOSITO.

MA IO NON LO SO,NON LO SO E MI AGGRAPPO A QUESTO

 COME ALL'ANCORA DI UN CORRIMANO

  W.SZYMBORSKA   

 

                                                                               

Pier Paolo Pasolini

La mancanza di richiesta di poesia

Come uno schiavo malato, o una bestia
vagavo per un mondo che mi era assegnato in sorte,
con la lentezza che hanno i mostri
del fango - o della polvere - della selva
strisiciando sulla pancia - o su pinne
vane per la terraferma - o ali fatte di membrane...
C'erano intorno argini, o massicciate,
o forse stazioni abbandonate in fondo a città
di morti - con le strade e i sottopassaggi
della notte alta, quando si sentono soltanto
treni spaventosamente lontani,
e sciaquii di scoli, nel gelo definitvo,
nell'ombra che non ha domani.
Così mentre mi erigevo come un verme,
molle, ripugnante nella sua ingenuità,
qualcosa passò nella mia anima - come
se in un giorno sereno si rabbiuasse il sole;
sopra il dolore della bestia affannata
si collocò un altro dolore, più meschino e buio,
e il mondo dei sogni s'incrinò.
«Nessuno ti richiede più poesia!»
E: « E' passato il tuo tempo di poeta...»
«Gli anni cinquanta sono finiti nel mondo!»
«Tu con le ceneri di Gramsci ingiallisci,
e tutto ciò che fu vita ti duole
come una ferita che si riapre e dà la morte!

 

O MIA POESIA SALVAMI


O mia poesia, salvami,
per venire a te
scampo alle invitte braccia del demonio:
nel sogno bugiardo
agguanta la mia gonna la sua fiamma
e io vorrei morire
per i mille patimenti che m’infligge.
Nulla vale la durata di una vita
ma se mi alzo e divoro
con un urlo il mio tempo di respiro,
lo faccio solo pensando alla tua sorte,
mia dolce chiara bella creatura,
mia vita e morte,
mia trionfale e aperta poesia
che mi scagli al profondo
perché ti dia le risonanze nuove.
E se torno dal chiuso dell’inferno
torno perché tu sei la primavera:
perché dunque rifiuti me germoglio,
casto germoglio della vita tua?

Alda Merini

 


                                                                                

Argomento: POETI CHE PARLANO DELLA POESIA

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